Vantaggi e svantaggi della dissalazione

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La dissalazione, cioè il processo di rimozione del sale dall'acqua marina, sta diventando ad oggi uno strumento sempre più utile per contrastare il fenomeno della desertificazione, già molto presente in alcune zone d'Italia. Nel nostro precedente articolo Il mare come nuova fonte idrica sostenibile  abbiamo affrontato il tema della dissalazione da un punto di vista tecnico; oggi vedremo nel dettaglio i vantaggi e gli svantaggi di questa nuova pratica sostenibile.  
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Sommario

Vantaggi e svantaggi della dissalazione

Il processo di dissalazione o rimozione del sale  e di altre impurità dall’acqua di mare o salmastra, rende fruibile un bene primario come l’acqua e utilizzabile per vari scopi come il consumo umano, l’irrigazione e numerose applicazioni industriali.  

I luoghi prevalentemente interessati per applicare questi sistemi sono le isole e le regioni aride e semi aride, dove le risorse di #acquapotabile sono limitate. Da un punto di vista tecnico, i metodi applicati per ottenere acqua desalinizzata sono l’osmosi inversa, la distillazione multistadio e la distillazione multi-effetto.

In sostanza i dissalatori sono impianti che aspirano l’acqua salata del mare, la filtrano e ne ricavano acqua dolce che viene immessa nella rete idrica. 

Lo scopo di questo processo, talvolta contestato, come ad esempio il dissalatore di Capoliveri sull’isola d’Elba, é di contrastare il fenomeno sempre più diffuso della siccità e di offrire una soluzione per colmare il divario tra domanda e offerta di acqua dolce soprattutto in presenza di acqua marina e laddove le risorse idriche sono scarse e inquinate.

A livello normativo troviamo una previsione del processo di dissalazione o desalinizzazione come innovazione tecnologica nel decreto siccità, adottato dal Governo italiano per fronteggiare le emergenze legate alla scarsità d’acqua e al fenomeno di siccità prolungata. Vi sono infatti stabilite misure urgenti per la gestione efficace di eventi come la carenza idrica e per contenere gli impatti negativi sulla popolazione, sull’agricoltura e sull’ambiente inclusa la protezione degli ecosistemi. 

Questa e altre normative aprono la strada a nuove realtà come il più grande impianto d’Italia (Sarroch, Cagliari) situato in Sardegna e il nascente dissalatore di Taranto: entro il 2026, verrà realizzato il dissalatore più grande d’Europa proprio a Taranto, impiegando la tecnologia dell’osmosi inversa per dissalare le acque di sorgente, salmastre e del fiume Tara. Qui verranno prodotti 60.000 metri cubi di acqua potabile al giorno (corrispondente al fabbisogno di circa 385.000 persone). Oggi l’Italia ricava solo lo 0,1% dei suoi prelievi idrici dalla desalinizzazione, pertanto, risulta essere un’appetibile opportunità in espansione

Ma quali sono i pro e i contro della dissalazione?

Tra i vantaggi:

  • Approvvigionamento costante e cospicuo di acqua potabile indipendentemente dalle condizioni meteorologiche come siccità o precipitazioni irregolari. La cospicua disponibilità è data dal fatto che gli oceani coprono il 71% della superficie terrestre;
  • Sviluppo economico e sostenibilità (locale): in regioni aride o con scarse risorse idriche dolci, la desalinizzazione può essere di sostegno all’agricoltura, all’industria e al turismo;
    • In aree costiere stagionalmente molto popolate la dissalazione può essere una soluzione sostenibile per soddisfare la domanda idrica crescente (per evitare lo sovrasfruttamento delle risorse idriche interne);
    • Qualità dell’acqua: La desalinizzazione produce acqua di alta qualità, solitamente priva di contaminanti chimici e microbiologici presenti nelle risorse idriche naturali.

    Tra gli svantaggi:

    • Costi elevati: 

    La costruzione e manutenzione degli impianti di desalinizzazione ha un costo: il processo stesso richiede un elevato consumo energetico rispetto a quella ottenuta da altre fonti;

    • Impatto ambientale:

    L’estrazione e lo scarico delle acque saline concentrate come le salamoie sono dannose per gli ecosistemi marini;

    • Consumo energetico: 

    Senza l’uso di fonti di energia rinnovabile la desalinizzazione è un processo ad alta intensità energetica non sostenibile;

    • Residui chimici:  

    Gli impianti di desalinizzazione  possono generare #rifiutipericolosi utilizzano sostanze chimiche per il trattamento dell’acqua e la pulizia delle membrane;

    • Tecnologie da innovare:

    Le tecnologie attuali possono essere migliorate rispetto alle attuali limitazioni operative, come la necessità di frequenti manutenzioni e la gestione delle acque di scarico;

    • Accessibilità limitata:

    Gli impianti di desalinizzazione non sono accessibili a tutte le regioni e popolazioni.

    In un mondo che ha sempre più bisogno d’acqua pulita, la desalinizzazione offre una soluzione promettente per affrontare la scarsità idrica in molte regioni del mondo, soprattutto in quelle costiere e aride, tuttavia, ovunque sono considerate sfide importanti da affrontare: i costi elevati, l’impatto ambientale e il consumo energetico. L’adozione di tecnologie più efficienti e sostenibili, insieme all’uso di energia rinnovabile, potrebbe mitigare alcuni degli svantaggi qui analizzati, portando la dissalazione a giocare un ruolo importante nella gestione globale delle risorse idriche, soprattutto nella nostra penisola che affaccia quasi interamente sul mare.

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