Un metodo ingegnoso per ricreare le barriere coralline e rallentare il processo di erosione delle coste. Lo ha trovato Reefy, la start-up di Delft, nei Paesi Bassi. Questa giovane azienda ha brevettato il REB (Reef Enhancing Breakwater), ovvero blocchi da costruzione che, combinati insieme, formano scogliere artificiali in grado di mitigare il fenomeno dell’erosione delle coste e di offrire protezione dalle onde quando il mare è in tempesta.
“Abbiamo condotto esperimenti con alcuni dei migliori esperti nel settore, dalla prova di resistenza dei nostri frangiflutti alle onde provocate dagli uragani, al testare nuovi materiali nella più grande vasca corallina d’Europa…”. Così il team di Reefy.
Questi moduli di mega dimensioni possono essere assemblati per adattarsi ai diversi fondali e creano, così, forme idrodinamiche che mitigano l’impatto delle onde e rendono i moduli più stabili. Al contempo danno nuova vita alle barriere coralline contribuendo a ricreare l’habitat naturale dei fondali marini. Realizzati in materiale biodegradabile, all’interno sono fatti di un substrato semiduro di origine naturale.
La primavera scorsa, al Burgers’ Ocean di Arnhem in Olanda, uno degli acquari più grandi del mondo, Reefy ha avviato un progetto pilota.
All’interno della barriera corallina dell’acquario ha inserito alcuni blocchi per testare il materiale con cui sono stati costruiti. A maggio di quest’anno ha conquistato le prime pagine dei media olandesi e internazionali. I media hanno dato risalto, in particolare, ai risultati davvero sorprendenti dell’esperimento: dopo poche settimane i pesci li hanno popolati e utilizzati come rifugio e pascolo.
Le barriere coralline costituiscono frangiflutti naturali e proteggono le aree costiere. La loro esistenza è gravemente minacciata dal cambiamento climatico e dalle attività dell’uomo: tra questi, la pesca al traino, che lascia una scia di macerie dietro di sé, o la raccolta delle ostriche che negli anni ha causato la distruzione di vaste colonie come quelle di fronte a Long Island nello stato di New York. Ad oggi nel mondo è andato distrutto il 50% di barriere coralline totali. Questo fenomeno, oltre a mettere severamente a rischio la biodiversità, costituisce un pericolo per molte comunità costiere che vedono minacciata l’integrità dell’ambiente in cui vivono e le attività di mare grazie alle quali sopravvivono.
L’ideatore del progetto è Jaime Ascenzio. Dopo aver lavorato come ingegnere per lo sviluppo aziendale in Messico e ai Caraibi, dove ha cercato soluzioni sostenibili per i resort per combattere l’erosione costiera, si è reso conto che i sostituti della barriera corallina disponibili sul mercato erano instabili e non funzionavano come frangiflutti. Inoltre molti progetti di ripristino della barriera corallina utilizzano acciaio, cemento e persino plastica e Jaime cercava qualcosa di diverso, qualcosa che si adattasse meglio all’ambiente naturale. A quel punto Jaime ha deciso di frequentare un master in ingegneria costiera alla Delft University of Technology per trovare una soluzione. Poco dopo aver fondato Reefy, Leon Heines si è unito al progetto. Leon, che ha studiato gestione integrata delle coste e biologia marina, ha trascorso cinque anni a lavorare su progetti di ripristino della barriera corallina nelle isole della Thailandia, delle Maldive e dell’Indonesia .
A fine settembre 2022 l’azienda ha annunciato la conclusione del primo round di produzione di blocchi a grandezza naturale. Quale sarà il prossimo passo?