Il sensore Bioristor fa “parlare” le piante di pomodoro

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Grazie a questa nuova tecnologia, le piante riescono a comunicare quando hanno bisogno di acqua e soprattutto in quale quantità; inoltre, il sensore monitora costantemente la loro salute in tempo reale, permettendo di agire con anticipo con interventi di rigenerazione
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Sommario

Il sensore Bioristor fa “parlare” le piante di pomodoro

L’arrivo di Bioristor è un evento dirompente, sembra fantascienza ma è realtà: da oggi, sono le piante stesse a dirci quando e quanto irrigarle, evitando inutili sprechi di acqua. Grazie a questo sensore, siamo in grado infatti di stabilire, con esattezza, le giuste quantità di nutrienti di cui le piante avranno bisogno; tutto ciò per merito di una tecnologia avanzata che permette, ininterrottamente, il monitoraggio in tempo reale dello stato fisiologico delle piante e, potenzialmente, anche di altri organismi viventi. 

Chi ha creato il Bioristor

A questo punto, viene da chiedersi quale azienda abbia prodotto una tecnologia così tanto accurata e straordinaria; ebbene, come spesso accade, si tratta di una collaborazione tra scienza e industria: il sensore è il frutto di un lavoro di squadra tra l’Istituto dei Materiali per l’Elettronica e il Magnetismo del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Imem-Cnr) e Mutti, colosso del settore agroalimentare, specializzato nel mercato dei derivati di pomodoro. Il gruppo, che si batte da anni nella ricerca di nuovi metodi per mitigare gli effetti della crisi climatica sull’agricoltura, ha deciso di investire in questa tecnologia innovativa, applicandola prima su una manciata di piante e poi su un campo intero. I primi risultati, secondo Massimo Perboni, direttore del servizio agricolo di Mutti, lasciano ben sperare: egli conferma che, rispetto ai metodi tradizionali di agricoltura, usando Bioristor sono riusciti a ridurre del 45% l’utilizzo di acqua.

Come funziona il Bioristor

Nonostante il suo ruolo sia decisamente cruciale nella lotta allo spreco di acqua, il processo di funzionamento di Bioristor è piuttosto intuitivo. La tecnologia si basa infatti su un biosensore elettrochimico, che per funzionare va innestato all’interno delle piante: questo è in grado di monitorare variazioni nei segnali elettrici, corrispondenti a cambiamenti nelle condizioni fisiologiche della pianta.  Secondo quanto afferma Michela Janni, fisiologa vegetale e ricercatrice di Imem-Cnr, si può dire che «Bioristor fa le analisi del sangue della pianta», cioè rileva in tempo reale variazioni nei livelli di zuccheri, acqua e nutrienti

Ma non finisce qui: infatti il sensore, che grazie all’energia fotovoltaica e al sistema di connessione comunica con gli agricoltori, riesce ad avvertire l’alternarsi del giorno e della notte e, in futuro, secondo la Dott.ssa Janni, riuscirà dirci quando la pianta ha bisogno di essere fertilizzata e quando è attaccata dai patogeni.

Applicazioni industriali

L’uso principale del Bioristor è nell’agricoltura di precisione, nella quale aiuta a risparmiare sull’uso di acqua e fertilizzanti, migliorando la resa delle colture e ridurre l’impatto ambientale. Il monitoraggio continuo delle piante consente agli agricoltori di intervenire in modo mirato e tempestivo.

Per Mutti la sperimentazione di Bioristor è cominciata nel 2019, partendo da una manciata di colture, per poi migliorarsi ed ampliarsi sempre di più. Perboni, il direttore di Mutti, spiega che già l’anno scorso il Bioristor è stato usato con successo, coinvolgendo il proprio campo di produzione a Foggia, dove viene coltivato il pomodoro lungo. La scelta di Foggia, secondo Perboni, è stata dettata dalla necessità di trovare una soluzione alla forte siccità che si abbatte sulla regione pugliese, particolarmente sensibile dal punto di vista idrico. 

Come già spiegato nel precedente articolo “Il mare come nuova fonte idrica sostenibile, il Sud Italia sta infatti attraversando negli ultimi anni una crisi idrica che affatica gli agricoltori: questa tecnologia si pone in quest’ottica come una soluzione nettamente vantaggiosa.

Il Bioristor, dunque, rappresenta da oggi una delle frontiere dell’agricoltura di precisione, ponendosi con l’intento futuro di rinnovare il modo in cui comprendiamo e gestiamo la crescita e la salute delle piante, evitando sprechi di acqua.

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Giorgio Comanzo

Giorgio Comanzo, 20 anni Studente del corso di "Comunicazione d'Impresa e Ufficio Stampa 4.0" della Fondazione ITS Servizi alle Imprese. Amante della natura, dello sport e delle tecnologie In redazione è creativo, versatile, determinato e allegro.

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