Formazione scomposta e scorretta in-forma-azione: Blue Economy in corso/i

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Formazione

Sommario

Ridurre le emissioni e l’impatto ambientale NON è Blue Economy! Vogliamo subito ribadirlo (se fosse un video lo grideremmo) per evitare che chi legge distrattamente questo magazine o approda casualmente a questo padiglione possa pensare che siamo qui per parlare di Sostenibilità dando esempio dell’ennesimo greenwashing o di voler adottare un hashtag di tendenza per trainare qualche brand.

Cerchiamo di essere chiari: in questo momento promuovere mezzi elettrici è cool (lo vediamo dalla quantità di spot pubblicitari che costellano i palinsesti televisivi) ma quanto questo sia una parte di un processo di cambiamento e quanto sia un trend commerciale per introdurre dei nuovi elementi è un dubbio legittimo. Adottare risorse energetiche alternative è doveroso e produce la riduzione immediata di inquinanti nell’aria. Ma non può risolversi così l’attuazione di una economia circolare e sostenibile vera e organica.

Gli anni 2000 hanno permesso di prendere consapevolezza che una economia green non è sufficiente per portare risposte concrete e significative alla depauperizzazione delle risorse del nostro pianeta e che è necessario adottare un nuovo paradigma capace di ridisegnare i processi organizzativi ed economici seguendo una strategia capace di trasformare e far evolvere la presenza umana andando oltre l’estraneità rispetto all’ambiente in cui illegittimamente e illogicamente si era collocata.

La Blue Economy è di più ed è l’ispirazione per interpretare una vera rivoluzione concettuale, in parte già avviata ma che per avere la giusta intensità e capillarità deve poter permeare le logiche che determinano i percorsi decisionali individuali e collettivi. La formazione è lo strumento per attuare velocemente una strategia condividendo con i protagonisti coinvolti i valori e i mezzi a disposizione. Ecco quindi che mentre si cercano di individuare le traiettorie, gli elementi in campo, le ricadute, è già tempo di costruire i tools per rendere concreti e durati gli effetti di questa strategia. I principi della Blue Economy ci suggeriscono che i sistemi produttivi e sociali sono fortemente interconnessi, tanto che scarti e rifiuti sono un lusso che questo sistema globale non può permettersi. Approcciare a un concetto così radicale e pervasivo richiede di trasformare profondamente le nostre convinzioni e abitudini. Ogni rivoluzione è faticosa e, a tratti dolorosa, per chi la affronta ma, superata la fase di consapevolezza, gli esiti permettono di di far sì che quei concetti e valori, che a qualcuno sono costati cari in termini di energia e sforzo di distruzione/destrutturazione, diventino naturali e strutturali per le generazioni successive.

È il momento di prendere atto che la “scomposizione” dei principi fondamentali della nostra economia e società è in corso e che serve smontare le nostre convinzioni per poter “liberare” gli elementi che serviranno a “ricomporre” una nuova forma di società civile ed economica. Per questo anche l’informazione ha cambiato forma: ha il tono dell’urgenza e della “chiamata” collettiva e a volte rischia di essere sformata, cioè senza la forma della correttezza o adeguatezza al contesto, poiché il processo che deve comunicare è ancora in divenire. La formazione, che vogliamo realizzare, prende avvio dalla necessità di trarre fuori da ognuno nuovi modi di interconnettere gli elementi del campo e condivide con i destinatari e con i formatori un processo di evoluzione condivisa in cui entrambi si contaminano e cambiano immaginando e progettando percorsi e proposte profondamente rinnovati e fondamentalmente nuovi. Da qui nascono competenze e mestieri della Blue Economy nuovi, come gli Energy manager o i Waste manager, o antichissimi (per la capacità di utilizzare materiali tradizionali e di essere ecologici) ma rinnovati da conoscenze, consapevolezza e accessibilità tecnologica.

Proprie le tecnologie sono infatti gli strumenti che permettono di dare seconda vita a materiali e prodotti, di ottimizzare processi o di realizzare attrezzature e mezzi straordinari per la loro capacità di inserirsi nei processi ecosistemici ma soprattutto di condividere dati e informazioni, accelerando l’individuazione di soluzioni. Le professioni della Blue Economy sono attuate da professionisti capaci di operare comprendendo la connessione intersistemica: hanno capacità di design (e re-design) su visioni e investimenti che abbiano una valutazione dei costi e benefici collettivi e di risorse (economiche, umane e ambientali) a lungo termine. Tali competenze sono preparabili/allenabili da strutture che hanno il coraggio di condividere dati, esperienze e know how perché l’evoluzione sia capillare e permeante. Servono dunque centri di ricerca e centri di formazione tecnologica che operino in sinergia perché le conoscenze scientifiche possano divenire strumento a supporto della quotidianità delle aziende e degli operatori. Il Sistema ITS Academy nasce per questo e lo testimoniano la presenza di Università e Centri di Ricerca all’interno delle Fondazioni, a fianco di imprese e professionisti per elaborare e trasferire competenze che sono rivolte a operare in un contesto economico in trasformazione.

L’evento Blue Planet Economy e il portale BLuEconomy.info intendono riconoscere valore a chi ha saputo incarnare alcuni di questi valori per poter testimoniare a giovani e aspiranti tecnici che nuove strade sono possibili. I Blue Ambassador sono professionisti che hanno avuto il coraggio di dare concretezza, con scelte e azioni, all’urgenza di intraprendere un nuovo sistema economico: la loro esperienza dimostra che è iniziata l’età del BluE!

Cos'è la Blueconomy.Online?

La piattaforma di riferimento per giovani ed imprese attraverso l’osservazione dell’attualità e la gestione dell’informazione legate all’Economia Blu.

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