La sostenibilità ambientale è un fattore cruciale e nel 2013 è nata EcoMuvi, una visione innovativa nel mondo del cinema. EcoMuvi concentra principalmente i suoi sforzi sui set cinematografici e negli spot pubblicitari, ponendo grande enfasi sui principi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. L’obiettivo principale è ridurre al minimo l’impatto dell’inquinamento sui set cinematografici, rendendo possibile un cinema sostenibile.
Da quando è stata fondata, EcoMuvi ha raggiunto risultati straordinari, con una riduzione di ben 478 tonnellate di CO2 e l’abbattimento di 1420 chilogrammi di rifiuti. Questi risultati sono stati ottenuti grazie all’implementazione di protocolli ben strutturati, progettati per consentire un’operazione di questa portata e per promuovere il riutilizzo di oltre il 65% dei rifiuti, secondo i principi dell’economia circolare.
Lo staff di EcoMuvi è altamente adattabile e in grado di soddisfare qualsiasi esigenza sia a livello nazionale che europeo, al fine di attuare questi principi fondamentali.
Tra i film realizzati nel rispetto dei protocolli di EcoMuvi figurano opere di grande rilevanza come “Vivere non è un gioco da ragazzi” di Rolando Ravello, “Primadonna” di Marta Savina, “Princess” di Roberto de Paolis e molte altre produzioni. Inoltre, numerosi spot pubblicitari di rilievo, tra cui quello per il Mulino Bianco diretto da Gabriella Mainetti, hanno adottato questi principi sostenibili.
Carlo Cresto-Dina ha dichiarato: “Esistono già film che dichiarano lo zero carbon footprint, ma a noi interessava andare oltre, non soltanto compensare. Ci interessava studiare un modo di fare attivo, un atteggiamento iniziale di risparmio, rispetto e utilizzo intelligente”.
In effetti, come ci ricorda Carlo Cresto-Dina, i set cinematografici sono straordinari microcosmi che abbracciano molteplici aspetti della vita di una comunità, dalle necessità alimentari alla generazione di energia, dalla produzione all’eliminazione dei rifiuti. L’istituzione di linee guida specifiche per i set cinematografici rappresenta quindi un’analisi dell’impatto simile a quella di una comunità contemporanea in miniatura.
EcoMuvi dimostra che il cinema sostenibile è possibile e offre una prospettiva positiva per il futuro dell’industria cinematografica.