Si è conclusa oggi la manifestazione “Blue Economy Planet Expoforum” con un workshop sul turismo sostenibile con un focus sul Turismo costiero in particolare, perché è proprio qui, “sulla linea di incontro tra terra e mare, che l’interazione tra la tecnosfera, ovvero tutto quello attiene alle attività umane, e la biosfera, ovvero l’ambiente naturale che rende possibile la vita animale e vegetale del pianeta, è massima”.
Queste le parole di apertura di Massimo Castellano, presidente di MAR, e moderatore del workshop che ha visto la partecipazione di personalità di rilievo del mondo scientifico e istituzionale con l’intento di avviare percorsi congiunti tra le diverse realtà ma anche di trasferire ai giovani studenti presenti in sala, una serie di indicazioni per comprendere come si fa a trasformare le idee in progetti concreti.
Fulcro centrale del workshop, il lancio della prima Blue Route Italiana, un percorso che sarà consolidato e sviluppato nel tempo che mira a costruire e presentare un’offerta turistica integrata, tematica e di eccellenza, che parte dall’elemento mare e dal prodotto ittico locale per coniugare elementi altamente caratterizzanti del territorio quali l’archeologia terrestre e subacquea, gli eventi culturali, oltre alla possibilità di visitare e pernottare in straordinarie dimore storiche sul mare, per generare esperienze nuove, immediatamente vendibili ed originali.
Pietrangelo Pettenò, Presidente dell’Associazione di promozione sociale Medfort, ha portato la platea nel merito della discussione. Come applicare i principi della blue economy al turismo? L’idea è far nascere una Blue Route italiana intesa non solo come percorso fisico ma anche come piattaforma progettuale in cui raccogliere tutte le esperienze attive sul turismo sostenibile. Impariamo dal confronto e dalla sinergia di iniziative sui singoli territori per un cambiamento su larga scala. Pettenò è partito dalla sua esperienza ventennale nel recupero e nella valorizzazione turistica del patrimonio militare delle fortezze lungo le coste per realizzare nuovi itinerari turistici e mettere in connessione paesi anche distanti tra loro ma legati da storia e tradizioni comuni, seguendo per esempio la storia di Venezia lungo il Mediterraneo, o la via della seta, quella delle malvasie o delle spezie.
C’è poi l’esperienza della DMO”Etruskey” (organizzazione per la gestione dei luoghi) di cui è promotore e presidente Stefano Landi e che coinvolge 12 comuni del litorale Nord del Lazio, costieri ma anche della fascia retro costiera. Perché Etruskey? L’elemento di unione qui è il popolo degli Etruschi, un popolo di terra ma anche di navigatori che in un lontano passato ha esteso la sua influenza a tutto il centro Italia con delle punte anche in Veneto. La DMO promuove il rilancio dell’economia dei territori ripensando un turismo lento, rispettoso dell’ambiente e delle persone che lo abitano. Insiste sui punti di forza che caratterizzano il litorale Nord del Lazio. Non solo mare, dunque, ma anche siti archeologici e culturali, specialità enogastronomiche tipiche come il vino, l’olio, le piante selvatiche; e ancora: sport marini, escursioni e così via. È fondamentale cogliere l’unicità dei luoghi e riuscire a far conoscere le eccellenze locali.
Presenti anche i rappresentanti di tre Comuni che hanno aderito all’iniziativa: Santa Marinella, Ladispoli e Cerveteri. Paola Fratarcangeli, Consigliere Delegato Marketing Territoriale Comune Santa Marinella, Pierpaolo Perretta, Delegato al Demanio Marittimo e Fluviale, pianificazione territori costieri del Comune Ladispoli e il vice sindaco di Cerveteri, Federica Battafarano, che hanno illustrato i processi di sensibilizzazione dei territori e che sin da subito si sono resi disponibili e promotori per la realizzazione di una Blue Route Italiana.
Sabrina Busato, membro dell’osservatorio Emergenza Turismo (Delega Itinerari Culturali) e Presidente FEISCT (Federazione Europea Itinerari Storici Culturali e Turistici), accoglie con entusiasmo l’idea di una Blue Route italiana. Con gli Etruschi ha poi un impegno storico che ha visto la creazione di sei itinerari locali di circa 100 km l’uno. Il lavoro della Federazione si rifà alle convenzioni europee che mirano a rafforzare un percorso identitario e quindi riguarda le comunità locali e il loro patrimonio culturale: quello classico (chiese, monumenti, musei) ma anche quello immateriale, fatto di artigianato, mestieri, tradizioni che animano i territori. ”Il turismo è una conseguenza di ciò che scegliamo di avere e dei processi che attiviamo a livello locale. La consapevolezza degli attori del territorio diventa strumento fondamentale nello scambio tra generazioni; contemporaneità e futuro vengono dal passato” osserva Sabrina Busato.
Inoltre i territori devono sapersi proporre alla platea internazionale adottando criteri e principi da integrare con innovazione e digitale. Altra azione concreta portata avanti da Sabrina Busato è l’organizzazione del “Meet Tourism”, meeting internazionale delle destinazioni di eccellenza e degli itinerari culturali, evento unico nel suo genere in Italia, dedicato alla scoperta e alla valorizzazione dei percorsi culturali, che si pone come finestra di collegamento diretto tra progresso, sviluppo e buone pratiche certificate dall’Europa.
Da Messina l’assessore al Turismo, Enzo Caruso, spiega come sia stato fondamentale il lavoro dell’amministrazione comunale ma anche il contributo dei cittadini per recuperare il territorio. Con una spinta al turismo marittimo, specie crocieristico, e al turismo esperienziale, l’intervento di recupero ha permesso di cimentarsi tra le altre attività anche nella caccia al pesce spada (e non nella pesca di questo animale). L’assessore ricorda inoltre che la posizione strategica di Messina, circondata da colline e posta tra due mari, consente un turismo “multidisciplinare”. La città offre molti motivi di richiamo: la ricca proposta museale soprattutto per via delle ultime opere dipinte dal Caravaggio che lì visse per circa un anno; la ricostruzione in stile liberty in seguito al terremoto del 1908; le tante fortificazioni, oggi diventate meravigliose terrazze panoramiche; i laghi con l’allevamento delle vongole; le varie leggende sul mito di Ulisse che pare sia transitato per lo Stretto di Messina per poi dirigersi a nord e concludere i suoi giorni in terra etrusca. Questo è lo spunto storico-mitologico per inglobare Messina nel percorso della Blue Route.
Il workshop si conclude con due importanti interventi che lanciano il tema del ruolo dell’Europa nel processo di valorizzazione dei territori e di sviluppo economico e culturale delle comunità: quello del Prof. Marinucci, presidente di DICULTHER, associazione nata nel 2015 per promuovere la cultura digitale e quello del dott. Alberto D’Alessandro, già direttore del Consiglio d’Europa a Venezia e rappresentante della Commissione Europea.
Marinucci si rivolge in particolare ai giovani dei paesi europei e non solo ai quali bisogna riconoscere il diritto di avere gli strumenti per far fronte alle sfide del XXI secolo.
“ Ai giovani del XX secolo abbiamo dato pala e picconi per costruire ponti e autostrade. Ai ragazzi del XXI secolo dobbiamo dare modelli metodologici per riempire di contenuti le autostrade di questo secolo” è l’invito del professore. L’impianto della DICULTHER poggia sul diritto di ogni cittadino ad essere educato alla conoscenza, e conoscenza oggi è anche uso responsabile, salvaguardia, e valorizzazione del digitale oltreché del patrimonio culturale e dei luoghi della cultura. Ma Marinucci lancia anche un’altra sfida ai ragazzi. Partecipare a Hackathon 2022 scegliendo una delle numerose iniziative proposte. Una per tutte, per rimanere in tema, ”Itinerari di bellezza”: si tratta di rappresentare un luogo in modo talmente efficace da convincere chi ti guarda ad andarlo a visitare. Raccoglieranno la sfida?
Il dott. D’Alessandro infine ricorda quanto siano numerosi gli strumenti finanziari che l’Europa mette a disposizione delle istituzioni e delle imprese per compiere la tanto auspicata transizione ecologica. Bisogna però meritarli studiare, impegnarsi, mettendo in atto politiche adeguate sui territori e soprattutto realizzare progetti validi per accedere a queste risorse.
È stata una mattina dedicata ai giovani per illustrare le opportunità lavorative che offre il territorio, ma anche per aiutarli a trovare il percorso formativo adatto a valorizzare inclinazioni e attitudini naturali in modo da offrire alle aziende un valore aggiunto. Il workshop getta le basi per la realizzazione di un progetto straordinario e innovativo, condiviso da istituzioni, enti e professionisti del settore, un percorso originale capace di mettere in relazione location ed eccellenze di terra, di mare ed anche sommerse che possono essere scoperte e visitate, anche con grande facilità, da molteplici target di utenza.