Blue Ambassador Award 2024: Medfort e il progetto “Faro per i forti dello Stretto”

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Continua la nostra rubrica di presentazione delle candidature al premio Blue Ambassador Award 2024. Oggi intervistiamo Pietrangelo Pettenò, presidente di Medfort e ideatore del progetto “Faro per i forti dello Stretto”.

Sommario

Come nasce Medfort e qual è la sua mission?

Medfort nasce nel 2020 mettendo insieme delle persone appassionate del patrimonio fortificato che operano da diversi decenni in diverse realtà. Io sono di Venezia, per cui ho portato l’esperienza che per più di 20 anni si è fatta in questa città per quanto riguarda la questione del recupero del patrimonio fortificato. Sulla base di questo, si è pensato di attivare qualcosa di simile anche nello Stretto di Messina. L’obiettivo era porre l’attenzione non tanto sul singolo aspetto di un forte, ma su un vero e proprio sistema, e così è nato un centro studi che ha l’idea di far diventare questo patrimonio uno degli asset più importanti a livello europeo e mediterraneo.”

Quali sono gli obiettivi del progetto "Faro per i forti dello Stretto"?

“Gli obiettivi sono dettati da una linea guida che vogliamo seguire, la “Convenzione Faro”. Faro è una città del Portogallo dove è stata firmata questa convenzione sulla cultura da parte del Consiglio d’Europa, che afferma che il bene culturale va trasmesso come eredità culturale alle comunità, quindi c’è in campo la consapevolezza dei cittadini di sentirsi coinvolti nella conservazione e nella memoria storica del patrimonio culturale. Questo concetto è stato tradotto nella creazione di comunità patrimoniali, cioè comunità interessate a trasmettere i contenuti di un bene culturale ai cittadini. Noi abbiamo lanciato questa comunità patrimoniale chiamata “Faro per i forti dello Stretto”, con l’obiettivo di valorizzare il sistema dei forti e di mettere insieme componenti istituzionali e associazioni di volontariato per creare una comunità che agisce in modo condiviso”.

Il 15 Ottobre 2024 faremo un nuovo incontro con tutti i comuni dello Stretto dove ci sono le fortificazioni e tutte le associazioni che gestiscono i forti, che sono varie: si va dall’associazione di volontariato, al comune stesso, all’azienda forestale della regione. L’idea nostra è quella di costruire insieme a loro uno schema di ragionamento collettivo attorno alla creazione di una comunità per fare in modo che i cittadini siano sempre più interessati a questo patrimonio che hanno nel loro territorio.

Inoltre, alla fine di ottobre inizieranno a partire da Messina le aperture dei forti, dentro i quali i gestori organizzeranno delle attività come visite, passeggiate, mercatini, con l’idea di coinvolgere direttamente la comunità locale.”

Che tipo di implicazioni potrebbe avere per il vostro progetto l'attenzione mediatica nazionale riguardo lo Stretto di Messina?

“Lo Stretto è sempre stato un punto davvero strategico da tantissimi anni, perché rappresenta un unicum eccezionale. C’è infatti anche un’idea di candidatura dello Stretto a Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO. Questo luogo ha un collegamento storico-millenario, penso al racconto Omerico dell’Odissea e all’influenza che esso ha esercitato a livello culturale nei secoli. Lo Stretto presenta però anche una lunga serie di problematiche, a partire dalla mancanza di una connessione socio-economica, infatti ancora non si è arrivati a definire una visione politica comune per lo Stretto che coinvolga tutte e due le sponde. 

Noi siamo per l’idea di costruire ponti di cultura e di portare avanti l’unitarietà e l’omogeneità di ragionamento nello Stretto. Il sistema dei forti ci ha aiutato a ragionare nella direzione della cultura, della creatività e dell’innovazione, in modo da portare dentro questi luoghi degli spazi sociali, culturali ed economici. Nei forti ci sono infatti delle attività economiche che possono permettere un rilancio del territorio, con delle ricadute importanti anche per l’imprenditoria giovanile. Questa per noi è una grande occasione di lavorare ad un sistema economico-sociale che vale la pena di valorizzare.”

Perché ha scelto di partecipare al Blue Ambassador Award?

“Abbiamo scelto di partecipare al Blue Ambassador Award 2024 perché riteniamo questo concorso un’occasione ideale dove poter amplificare queste nostre idee. Vogliamo misurare il nostro progetto in un ambiente nazionale, prestigioso, aspettandoci anche magari dei suggerimenti e degli input sulla base di valutazioni tecnico-scientifiche che possano permetterci di continuare nella direzione che abbiamo intrapreso. Ci auguriamo anche che una platea più ampia e qualche osservatore interessato al progetto, ci possano aiutare nella ricerca di risorse per portare avanti i nostri obiettivi.”

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Gianluca Monaco
Gianluca Monaco, studente del corso “Comunicazione d’Impresa e Ufficio Stampa 4.0” della Fondazione Its Servizi alle Imprese. Curioso di natura, ha un forte interesse per tutto l'universo della filosofia, della psicologia e dell'arte in tutte le sue forme. Ama leggere, andare al cinema e ascoltare buona musica. Ha scelto l'ambito della comunicazione per trovare un filo conduttore tra tutti i suoi interessi e per esprimere la sua creatività in progetti concreti.
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