Qual è il segreto del successo del Giancarlo Zema Design Group?
“Sono diversi anni che il mio studio lavora su temi di innovazione e sostenibilità e fondamentalmente, in questi ultimi anni, abbiamo notato un’accelerazione di quelle che sono le richieste di intervento progettuale che ci arrivano perché è decisamente cambiato il contesto di riferimento. Prima della pandemia la parola ecosostenibilità era solo uno slogan al quale non seguivano dei fatti, dopo questo evento drammatico e globale invece ci si è accorti di quanto è importante progettare in maniera sostenibile e creare infrastrutture di rigenerazione urbana che possano in qualche modo avere un impatto concreto e profondo a livello sociale e ambientale, con proposte autosufficienti dal punto di vista energetico. Quindi abbiamo avuto un riscontro positivo da parte delle committenze che trovano in noi lo studio giusto perché abbiamo unito estetica, funzione, tecnologia d’avanguardia e sostenibilità su progetti molto emozionali, perché oggi è importante creare delle architetture e degli oggetti di design che suscitano emozione nelle persone.”
Con quali motivazioni nasce l’idea del progetto dell’Eur Smart Lake e quali sono i benefici dal punto di vista ambientale dell’intero progetto?
“Abbiamo scelto il laghetto dell’Eur perché è inserito all’interno del contesto urbano di questo grande quartiere, il più moderno che abbiamo a Roma. Ci sono una serie di edifici per uffici che stanno sempre più caratterizzando lo spazio cittadino e, ultimamente, sono state avviate le riqualificazioni dei grandi grattacieli che insistono sul laghetto, a fianco del Centro Congressi “La Nuvola”. Tutta la parte del laghetto è sempre stata una zona dal grande potenziale inespresso, quindi abbiamo iniziato a pensare a questo progetto con una serie di imprenditori che ruotano intorno a questa realtà e che hanno nel loro portfolio una serie di prodotti che potrebbero essere utilizzati per riqualificare l’area.
La volontà è quella di rendere il laghetto ecosostenibile e autosufficiente dal punto di vista energetico, infatti l’area è caratterizzata da una scarsa illuminazione generale e quindi anche il senso di sicurezza della zona di sera è molto basso. La nostra idea è di riqualificare la parte illuminotecnica, quindi creare un’illuminazione tutta “off-grid,” staccata dalla rete elettrica e che si sviluppa con l’energia solare, poiché a Roma ci sono le condizioni ideali per portare avanti questo tipo di soluzione. Un altro elemento importante del progetto è quello di ottenere, attraverso dei quadrifogli fotovoltaici, l’energia necessaria per il funzionamento delle pompe delle cascate.
Inoltre c’è anche il tema dell’Acquario di Roma, che effettivamente va ad occupare una grande superficie sotto il pelo d’acqua del laghetto, e questo comporta la riduzione complessiva della portata del bacino e l’impossibilità di procedere con delle imbarcazioni. Da qui nasce l’idea di sfruttare questo punto di debolezza del laghetto trasformandolo in punto di forza, creando in quell’area un vero e proprio giardino galleggiante: immaginiamo una serie di piattaforme galleggianti, simili a ninfee sull’acqua, che accolgono un bosco di Paulownia, che è la pianta che assorbe più CO2 al mondo.
Prevediamo inoltre la creazione di piazze, anch’esse galleggianti, dove ci saranno caffetterie, gelaterie e ristoranti, consentendo alle persone di poter vivere a pieno l’atmosfera del laghetto. Il sogno poi sarebbe quello di far sorvolare il laghetto con un drone elettrico adibito al trasporto passeggeri, creando quindi un piccolo tour di dieci minuti di volo turistico per vedere dall’alto tutto lo splendido quartiere dell’Eur. In conclusione credo che questa sia una grande occasione per migliorare e rendere il laghetto fruibile e sostenibile, facendolo diventare un vanto per la Città di Roma, anche perché potrebbe essere un progetto pilota, un esempio da poter replicare in altre location del territorio romano e italiano.”
Perché ha scelto di partecipare al Blue Ambassador Award 2024?
“Ho scelto di partecipare perché il premio rappresenta gli sforzi che stiamo portando avanti come studio di architettura da diversi anni, cioè quello di diventare Ambasciatori della Blue Economy e della Green Economy, infatti siamo coinvolti in una serie di progetti in cui il tema ultimo è quello di fare innovazione e di cercare di cambiare il paradigma dell’economia per quanto riguarda il ritorno dal punto di vista ambientale. Mi rendo conto infatti che oggi il vero valore non sono tanto i soldi che porta una determinata operazione immobiliare, ma la ricchezza che produce in termini di umanità, di socialità e di ecosostenibilità. Partecipare a questo concorso è sicuramente un’opportunità importante per mettere in luce questo progetto e sensibilizzare sia la governance che gli attori di settore, cercando di spingere tutti verso l’innovazione centrata sulla sostenibilità.“