Agenda 2030: una sfida per il nostro pianeta

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L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite rappresenta uno dei programmi d’azione globale più ambiziosi mai adottati dalla comunità internazionale in tema di sviluppo sostenibile; si fonda su tre pilastri fondamentali: ambiente, economia e società.
Agenda 2030

Sommario

L’Agenda 2030 delle Nazioni Unite rappresenta uno dei programmi d’azione globale più ambiziosi mai adottati dalla comunità internazionale in tema di sviluppo sostenibile; si fonda su tre pilastri fondamentali: ambiente, economia e società. I paesi membri dell’ONU puntano alla realizzazione di 17 obiettivi di sviluppo sostenibile entro il 2030. Questo programma, così ambizioso, raffigura per molti organismi, pubblici e privati, una bussola capace di orientare l’azione delle persone in un’ottica di “mondo sostenibile” sotto il punto di vista ambientale, sociale ed economico. 

Gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile sono rivolti ad un’ampia platea di soggetti che oscilla dalle imprese private al settore pubblico, senza lasciare in disparte la società civile e gli operatori dell’informazione e della cultura.

Per essere sfidanti in materia di sostenibilità ambientale occorre sensibilizzare sulla protezione dell’ambiente e dei beni comuni, guardando alla tutela della biodiversità. Pertanto contribuire alla progettazione di politiche che portino l’Italia sul sentiero dello sviluppo sostenibile significa valutare cinque fattori fondamentali:

  1. Popolazione,
  2. Capitale industriale,
  3. Produzione di alimenti,
  4. Consumo di risorse naturali 
  5. Inquinamento. 

L’Agenda 2030 auspica un cambiamento responsabile e condiviso per promuovere una presa di coscienza concreta in merito allo sviluppo sostenibile, attraverso una “rete territoriale” che metta in stretto contatto cittadini, enti pubblici e aziende. È necessario diventare consapevoli di come le nostre azioni quotidiane siano determinanti nella conservazione delle risorse in natura. Per questo motivo oggi parliamo di sostenibilità.

La parola sostenibilità deriva dal latino sustinere, significa sostenere, conservare e prendersi cura. Il concetto di sostenibilità comincia a diffondersi negli anni 80 e viene adottato ufficialmente a Stoccolma, in Svezia, nel rapporto “Our Common Futurepubblicato nel 1987 dalla commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo, del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente. Oggi è importante parlare di sostenibilità in relazione alla crescita del sistema economico che si autosostiene nel tempo, preservando l’equità sociale, la tutela ambientale e i diritti delle future generazioni. 

Lo sviluppo sostenibile non attinge dalla riserva delle risorse naturali, come era solito essere con il modello di sviluppo tradizionale, bensì rispetta i suoi limiti senza andare contro natura. Così, crescita economica e tutela ambientale sono in armonia e questo permetterà di affrontare il problema della scarsità delle risorse e dell’inquinamento che ad oggi, come dimostra il climate change, è un problema sempre più drammatico. A tal proposito potrebbe rappresentare un passo avanti, sensibilizzare le persone al concetto di agricoltura sostenibile che assicura il nutrimento agli esseri umani nonostante l’impatto dei cambiamenti climatici e l’aumento della popolazione sulla terra, rispettando l’acqua, la terra e la biodiversità; e perché non menzionare l’Agricoltura 4.0 che non agisce solo nell’ambiente ma anche in ambito sociale, garantendo la salute delle persone e i diritti umani di chi opera nel settore. 

L’Agenda 2030, come evidenziato in precedenza, si fonda su tre pilastri fondamentali; la sostenibilità sociale è il terzo pilastro, forse il più importante poiché ben 10 obiettivi dell’Agenda sono dedicati a questo aspetto. Quando parliamo di sostenibilità sociale ci riferiamo alla capacità di garantire le stesse condizioni di benessere umano e sociale per tutti i singoli individui, senza disparità di genere……… 

Inutile sottolineare che la questione “fame nel mondo” è sotto gli occhi di tutti, più di 800 milioni sono le persone povere e malnutrite, di cui il 70% donne, sono loro le vittime principali. L’Agenda nei primi due obiettivi affronta questa crisi economica- sociale con l’intento di ridurre la povertà, oggi e in futuro, offrendo una comunità inclusiva in cui tutte le persone possano godere di pace e prosperità

Un futuro senza povertà, con la possibilità di avere un lavoro dignitoso basato sull’uguaglianza tra generi, una sanità sicura, un mondo nuovo dove  l’educazione sia un bene comune e non un privilegio di pochi; ma per realizzare questi obiettivi di sviluppo sostenibile è necessario in primo luogo stabilire una “coesione sociale”: 

  • Favorire l’interazione tra lavoratori, imprese, giovani professionisti, soggetti disoccupati e inoccupati, soggetti fragili da un lato e dall’altro soggetti promotori di opportunità e di sviluppo di percorsi individuali e collettivi di attivazione
  • Agevolare processi di attivazione ed occupabilità dei cittadini con l’individuazione di ambiti di formazione professionale per implementare le competenze e valorizzare le soft-skills richieste dal mercato del lavoro in quel determinato territorio. 
  • Promuovere iniziative sociali e culturali per contribuire a rafforzare l’identità della comunità di riferimento  ed innescare un processo virtuoso d’integrazione di quei soggetti che a causa della perdita del lavoro o di situazioni disagiate dell’ ambiente di origine sono rimasti esclusi dal contesto sociale.
  • Facilitare la  diffusione di nuove tecnologie per consentire a chiunque di stare al passo con le innovazioni più avanzate
  • Infine, mettere a disposizione uno spazio dove le persone possano essere aiutate a valorizzare le proprie attitudini personali e ad esprimere la propria creatività per formare nel tempo un ecosistema sano dove si inneschi un processo virtuoso di sviluppo in sintonia con le caratteristiche dei territori e dei loro abitanti. 

Il 2020 è stato caratterizzato da una serie di situazioni negative dovute alla pandemia – perdita di reddito, aumento della povertà e della disuguaglianza sociale – che hanno influito pesantemente sul mercato del lavoro. L’Europa non ha dovuto affrontare solo la lotta alla povertà, la discriminazione tra generi e le disparità territoriali, ma anche la sempre più crescente disuguaglianza tra le generazioni. In tale scenario, sono i giovani a pagare a caro costo un contesto in cui opportunità di lavoro e risorse sociali, sanitarie, economiche e ambientali vanno via via diminuendo. Dobbiamo ripartire dai giovani, i quali rappresentano il vero punto di ripartenza della società. Ridare loro le stesse opportunità delle generazioni passate; il Reflexion paper 2019 della Commissione europea infatti definisce lo sviluppo sostenibile come: “lo sviluppo che soddisfa le esigenze delle generazioni senza compromettere la capacità delle generazioni future di riuscire a soddisfare i propri bisogni”.

In conclusione, citando le parole della neo Presidente della Commissione Europea Von Der Leyen: “la “via europea” consiste anche nell’utilizzare tutto il nostro potenziale: i nostri cittadini, i nostri talenti, la nostra diversità. Consiste nel creare un’Unione più giusta ed egualitaria.”  

Per guardare ad uno sviluppo sostenibile è fondamentale sostenere ed impegnarci a raggiungere gli Obiettivi dell’Agenda 2030, l’unica strada che ci condurrà ad una società in cui i diritti di ognuno saranno tutelati, così da avere un modello di economia, anzi di blue economy che si rispetti.

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