Come nasce e in cosa consiste il progetto Artificial Reefs?
Mi presento, sono Letizia Caroscio, sono una dottoranda e lavoro con l’Università di Bologna ed ENEA. Il mio dottorato è legato all’applicazione dei criteri dell’economia circolare e all’economia blu sostenibile, con un focus sulla valorizzazione dei gusci di mitili, per rendere questo materiale prezioso una risorsa. I gusci di mitili sono infatti composti principalmente da carbonato di calcio, che è un materiale fondamentale per tante applicazioni industriali, come ad esempio nel campo dell’edilizia. Utilizzare questo materiale come materia prima seconda da un lato evita l’estrazione di nuove materie prime e dall’altro evita l’accumulo di gusci in discarica.
In quest’ottica di tecniche di riutilizzo di gusci, il mio dottorato si è intrecciato con la progettualità di ENEA, in particolare con il laboratorio Sostenibilità e Circolarità e il laboratorio Biodiversità ed Ecosistemi di ENEA, perché da anni questi laboratori lavorano sull’economia circolare e sulla tutela degli ecosistemi. Uno dei progetti sul quale lavorano è un progetto di rinaturalizzazione del Golfo di La Spezia, che è possibile attraverso l’installazione di Artificial Reefs, ovvero dei manufatti artificiali che vanno a simulare il substrato marino al fine di ripristinare gli habitat marini fortemente antropizzati per aiutare il ripopolamento ittico e quindi contribuire alla biodiversità marina e a fungere da zone di nursery per diverse specie di pesci.
Il mio contributo a questa ricerca è quello di realizzare questi manufatti non con un composto cementizio tradizionale, ma sostituendo gli aggregati convenzionali con i gusci di mitili. Nello specifico abbiamo creato una miscela dove il 60% del materiale è un materiale di riciclo che non finirà in discarica ma che tornerà in mare. Questi manufatti verranno realizzati con stampanti 3D molto innovative che permettono di creare un design molto innovativo a seconda della specie che si vuole ripopolare.
Questo progetto è in collaborazione con Cristian Chiavetta, responsabile del laboratorio Sostenibilità e Circolarità di ENEA, con Chiara Lombardi, responsabile del laboratorio Biodiversità ed Ecosistemi, e con Erica Gabrielli, dottoranda in Biologia Marina presso l’Università di Milano Bicocca.
Il vostro progetto si concentra in particolare sul ripristino delle popolazioni di Ostrea Edulis, perché questa specie è così importante per l'ecosistema?
Questo discorso si inserisce in una cornice più grande riguardante il problema della perdita di biodiversità marina, che ha conseguenze dirette sugli ecosistemi, infatti la scomparsa di una singola specie ha effetti a catena su tutta la rete ecologica.
In quest’ottica nasce la volontà di ENEA di eseguire ricerca nell’ambito di Reef Artificiali costruiti in una zona ad elevato impatto antropico, che è quella del Golfo di La Spezia. È una zona con tante attività industriali e cantieri navali, ed è allo stesso tempo una zona che ha un impatto fondamentale per la biodiversità marina italiana.
ENEA ha quindi deciso di fare un lavoro mirato in questa cornice sul ripristino dell’Ostrea Edulis (comunemente chiamata ostrica piatta), che è un’ostrica endemica dei mari europei. Quest’ostrica ha subito una significativa regressione e scomparsa in tutta Europa a causa di diversi fattori ecologici ed antropici. Questa specie è stata colpita negli anni da sovrasfruttamento delle risorse ittiche, da malattie causate da virus, e soprattutto da una competizione con una specie di ostrica invasiva che è l’ostrica giapponese, una specie più resistente. A questo si aggiunge che a causa delle attività antropiche il fondale roccioso del Golfo di La Spezia è sommerso da uno strato di fango che ha messo seriamente in difficoltà la presenza di queste ostriche nel golfo.
Grazie all’installazione dei Reef si va a creare un nuovo substrato, che va a simulare il substrato roccioso idoneo a questa specie. Dopo l’installazione il laboratorio Biodiversità ed Ecosistemi di ENEA sarà in grado di fornire una valutazione dell’andamento del percorso di ripopolamento della specie tramite una rete di monitoraggio. Questo progetto di ricerca è in linea con la Nature Restoration Law, la legge europea approvata recentemente che è in grado di affrontare il degrado degli ecosistemi naturali in Europa.
Perché avete scelto di partecipare al Blue Ambassador Award?
Da tanti anni ENEA lavora sui temi e sui progetti legati alla Blue Economy, in particolare partecipare al Blue Ambassador Award riteniamo che sia un’opportunità per portare all’attenzione una delle tematiche più rilevanti dei nostri tempi, che è quella del ripristino degli ecosistemi marini. Questo progetto che stiamo sviluppando al centro di ricerca ENEA rappresenta un’importante innovazione nel campo della sostenibilità e della tutela della biodiversità marina e quindi riteniamo questo evento ideale per condividere il valore scientifico e ambientale del progetto e per dimostrare come scienza e tecnologia possano lavorare insieme per rigenerare i nostri mari.
Crediamo fermamente che contribuire alla preservazione dell’ambiente marino significhi proteggere il nostro futuro ed è per questo motivo che ci teniamo a partecipare. Sarà anche un’occasione per incontrare altri esperti della Blue Economy e aggiornarsi, scambiarsi idee, confrontarsi e continuare a lavorare insieme per un’economia blu che sia sempre più sostenibile.
Quali sono le ultime novità nell'ambito della Blue Economy?
Sicuramente la Blue Economy si sta affermando come un settore chiave per lo sviluppo sostenibile, e sappiamo che offre continuamente opportunità dal punto di vista economico ed ambientale. È molto interessante tutto l’aspetto dell’offshore, con lo sviluppo di energie rinnovabili marine che stanno diventando protagoniste della transizione energetica a basse emissioni di carbonio.
Sono molto importanti anche i progetti di restauro ecologico, come quello a cui stiamo lavorando, che contribuiscono a rigenerare ecosistemi marini in condizioni di criticità.
Un altro settore fondamentale è quello dell’innovazione tecnologica marina, che sta offrendo strumenti avanzati per gestire le risorse marine in modo più sostenibile, penso allo sviluppo di droni e di robot sottomarini, e alla sensoristica avanzata per la gestione degli ecosistemi marini.
Infine un ulteriore settore che dobbiamo nominare è quello delle biotecnologie marine e della nutraceutica marina, che si concentra sull’uso sostenibile delle risorse marine per la produzione di alimenti e di composti ad alto valore nutrizionale, come ad esempio tutto il mondo delle alghe e delle microalghe.