Perché le attività economiche non arrechino danni all’ambiente è necessaria una vera transizione sostenibile. Il concetto di smart mobility o mobilità sostenibile è stato espresso chiaramente dalla Commissione Europea nel 2006.
I sistemi di trasporto devono rispondere ai bisogni economici e sociali della società ma al tempo stesso tutelare l’ambiente e l’approvvigionamento energetico. Il settore dei trasporti e lo spostamento continuo di persone e merci con aerei, treni, navi, tir, automobili, autobus, moto ha un elevato impatto sull’ambiente. In Europa sono molti i Paesi che hanno colto questa sfida ed hanno proposto con successo piani di sviluppo sostenibili.
… e in Italia?
In tema di mobilità sostenibile che di politiche green, l’Italia è tra i paesi meno virtuosi dell’Europa.
Soltanto in Italia il settore dei trasporti è responsabile del 49% delle emissioni inquinanti e la maggior parte delle polveri sottili disperse nell’atmosfera derivano dal traffico stradale.
In ambito urbano, il decreto Mobilità Sostenibile nelle Aree Urbane risale al 1998 ma siamo ancora in ritardo nella realizzazione di efficaci politiche di mobilità sostenibile. Per avere una crescita sostenibile occorre quindi una mobilità a basso impatto ambientale che non inquini e consumi meno apportando benefici per il clima e la salute.
Questo perché la redazione dei Piani Urbani di Mobilità Sostenibile (PUMS) è obbligatoria dal 2017 solo per le città sopra i 100mila abitanti. Per abbattere le emissioni di gas serra, di ossidi di azoto e di particolato diventa quindi essenziale pensare ad una mobilità alternativa all’uso dei mezzi alimentati a combustibili fossili.
Il concetto di mobilità sostenibile è strettamente legato a quello di “città intelligente”, la smart city, che utilizza la tecnologia per rendere gli spazi più efficienti e vivibili. Sono molteplici le alternative ecologiche ed intelligenti a cui avremmo potuto ricorrere. Camminare, pedalare, uso dei mezzi pubblici, utilizzare il car sharing, un insieme di pratiche virtuose che contribuiscono alla riduzione l’inquinamento atmosferico e acustico.
E’ una sfida da cui non possiamo sottrarci singolarmente per salvaguardare il nostro Pianeta. E’ fondamentale l’integrazione tra i diversi mezzi di trasporto pubblico, il potenziamento della rete delle piste ciclabili e incentivare forme di sharing mobility con la condivisione dei veicoli. Il processo di riconversione ecologica dell’economia ormai appare sempre più urgente e può apportare vantaggi da tutti i punti di vista: economico, sociale ed ecologico. Forme di integrazione ed aggregazione sociale, benefici per la salute sono rilevanti.
L’ultimo Rapporto sulla Mobilità Sostenibile realizzato da Euromobility per conto del Ministero dell’Ambiente ha decretato Milano come la città più eco-mobile d’Italia.
Milano ha investito molte risorse per la rigenerazione urbana ed il miglioramento della qualità dell’aria con il potenziamento della rete metropolitana, l’istituzione dell’Area C, il rafforzamento del servizio BikeMi con circa 200 stazioni e incentivi per la sharing mobility.
E’ interessante segnalare il progetto ‘Bike to work’ del Comune di Massarosa (LU) che consiste nell’erogazione di un contributo chilometrico (25 cent/km fino a un massimo di 50 euro al mese) per coloro che decidono. di recarsi al lavoro in bicicletta. Una forma di incentivazione economica già in voga in alcuni Paesi Europei come Francia, Belgio, Austria e Olanda e Regno Unito.
Un futuro che ha bisogno di essere costruito giorno dopo giorno.
Per promuovere il cambiamento è necessario però dar credito e finanziamenti alle idee sostenendo progetti di start up legati alla mobilità sostenibile.
Un caso interessante quello di Estrima, startup di Pordenone di Matteo Maestri, che sostenuta dalla BCC Banca del Credito Cooperativo, ha realizzato e lanciato sul mercato Birò, una piccolissima auto elettrica fatta per muoversi in città che è in grado di percorrere 50 chilometri con solo 1 euro di corrente elettrica. Estrima, in poco tempo, è diventata leader nel settore dei veicoli elettrici ed il Comune di Pordenone ha deciso di chiudere il centro cittadino al traffico veicolare dando la possibilità agli abitanti di usufruire gratuitamente dei Birò.
Una collaborazione pubblico-privato funzionale e sempre più necessaria per un futuro silenzioso e pulito delle nostre città.